venerdì 29 aprile 2011

Una E nel futuro dell'informazione. Il nuovo magazine di Emergency


Al workshop conclusivo di questa sera, a Villa Murri, partecipa anche Stella Spinelli, redattrice del gruppo Peacereporter-Emergency. Il suo intervento sarà una testimonianza di un’attività scomoda e pericolosa di informazione, quella di reporter sul fronte di paesi sovraccarichi di violenze. PeaceReporter è un progetto particolare, in cui ognuno dei redattori mette la propria professionalità a disposizione di una idea: quella della abolizione della guerra. “Possiamo farlo – dice Spinelli -, per quel che ci compete, attraverso il racconto della vita, e purtroppo anche della morte, di chi guerre e conflitti subisce. Ma anche di quei posti del mondo dove la guerra non è guerreggiata, ma nei quali la cultura della guerra è sempre più forte. Ma Stella Spinelli spiegherà anche il lancio di un nuovo magazine, E, il mensile di Emergency, l’associazione promossa da Gino Strada (Peacereporter è una emanazione di Emergency stessa). Il mensile è diretto da Gianni Mura, giornalista di Repubblica, e Maso Notarianni.Presentandolo Notarianni ne riferisce come di un giornale che “parla del mondo e dell'Italia che vogliamo. Una rivista bella, utile e intelligente, che racconta storie vere e approfondisce l'attualità ispirandosi ai valori di EMERGENCY: uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale, libertà. Le cose in cui preferiamo credere. E queste non sono favole.”
Per gustare meglio il sapore di questa nuova rivista riportiamo un brevissimo stralcio del dialogo tra Gianni Mura e Gino Strada, apparso sulle pagine del primo numero…
Gino, chi ce lo fa fare?
«Potrei dare duecento risposte. La tua, direttore?».
Una sola: me l’ha chiesto la famiglia Strada e non potevo dire di no. E adesso, qualcuna delle tue duecento.
«La rabbia, la delusione, il vedere lo schifo che è l’Italia, la voglia di reagire, la voglia di avere qualche piccolo sogno, qualche speranza piccola piccola, alle cose grosse ormai non credo più. Almeno, smettere di essere inerti».
Concordo sulla piccola speranza. Tu vedi uno spazio?
«Non so se ci sia ancora uno spazio, una possibilità di recupero per un discorso culturale. Forse abbiamo aspettato troppo tempo e dire che l’Italia s’è imbarbarita è come offendere i barbari».
Cultura è una parola che fa paura.
«Almeno ci proviamo».
Adesso proviamo a definire il nostro mensile con due aggettivi. Comincio io. Ricordo che per il tuo primo libro, Pappagalli verdi, avevo usato due aggettivi, caldo e asciutto, che ti erano piaciuti, anche se potevano sembrare la réclame di un pannolino. Per il giornale, dico utile e bello. Utili i contenuti, belle le immagini ma anche la scrittura e prima ancora la pulizia della scrittura. Vorrei un giornale in cui tutti scrivono qual è senza apostrofo, in cui non si sbagliano le parole straniere, in cui c’è la stessa cura dei testi, dal grande reportage al piccolo box.
«Aggiungo un altro aggettivo: intelligente. L’intelligenza non è una qualità innata, la si coltiva. Quindi io vorrei un giornale che si facesse leggere, che facesse riscoprire il piacere della lettura e dell’informazione».
Auguri dunque a questa nuova fatica.

Aiutiamo Pollicino: le nuove frontiere della educazione ai media


Vincenzo Varagona è giornalista pubblicista dal 1982, quindi con lunga militanza professionale. Dal 1987 in Rai, sede regionale di Ancona, ne svolge da molti anni le funzioni di caposervizio. Nell’incontro di questa sera a Villa Murri,ore 21.30, al termine del percorso “L’informazione condivisa”, indicherà alcune rotte e prospettive dell’informazione istituzionale, considerata la sua esperienza nella Tv pubblica, ma affronterà anche un tema delicato e nodale: quello della cosiddetta media education, ovverossia l’educazione ai media e le esigenze di formazione del minore, specie del bambino, ma anche degli adulti posti di fronte all’esplosione della TV e oggi di Internet. Molto interessato ai temi dell’etica e dell’educazione, presidente tra l’altro dal 2000 dell’Unione Stampa Cattolica Italiana Marche, ha scritto e pubblicato in merito un libro: “Pollicino nel bosco dei media” (edizioni Paoline), dove la sempre fertile metafora fiabesca del bosco-labirinto e dei sassolini salvifici per non perdersi rende bene l’esigenza di individuare le piccole accortezze, i progetti concreti e tutte le possibili strategie (appunto i sassolini) che aiutino a costruire un nuovo percorso di educazione alla comunicazione.
Prendendo le mosse dall’ultimo rapporto Censis-Ucsi, viene analizzato il cambiamento delle abitudini nel consumo mediatico, indicati suggerimenti per migliorare il nostro rapporto con questi mezzi, in modo da evitare che siano loro a gestire la nostra vita, e proposta un’alleanza educativa fra generazioni e tra agenzie educative, per creare una rete integrata tra nuovi media e strumenti di crescita poco utilizzati, come cinema e teatro. Particolare accento è posto su TV e Internet, strumenti di conoscenza ma a cui viene collegata anche la necessità di un tutoraggio educativo riguardo alla gestione del tempo, dello spazio e dei contenuti, ma non sono tralasciati altri media, come il cellulare o i videogiochi, mezzi di interazione e di stimolo delle energie mentali del minore, grazie all’immediatezza del messaggio visivo. Bisogna perciò comprendere bene cosa sta accadendo, quindi non demonizzare il tutto, riconoscere anzi il positivo, ma certo occorre una dimensione fondamentale: la presenza di un adulto. Il libro si nutre in modo esplicito e dichiarato della cultura e di una visione cattolica, anche con il richiamo ad esperienze pedagogiche e di metodo entro questo alveo - “Padre Net” (Padre Dino Cecconi) e “Don Server” (Don Giacomo Ruggeri), una chat a suo modo innovativa di incontro con i giovani; l’attività dell’Aiart, che propone un approccio critico ai media e insiste sulla necessità di formazione; la rassegna biennale “Meditando” del Centro Zaffiria di Bellaria; il Med dell’università Salesiana di Roma, e via dicendo; ovviamente i punti di vista dichiarati e le prospettive specifiche di analisi non diminuiscono l’interesse per temi così trasversali e generatori di senso, verrebbe da dire, per tutti, credenti o non credenti che siano, e che oggi sono veramente coessenziali per costruire un benessere comune.

Dal basso verso l'alto: l'esperienza di una tv di servizio


Tra i partecipanti al workshop finale di “L’informazione condivisa” (Villa Murri, ore 21.30) ci sarà Daniele Gaetti di Arcoiris TV. “Il nostro intento - ci spiega - è quello di diffondere informazione ‘dal basso’ e poter far circolare esperienze e notizie che difficilmente trovano spazio nei canali ufficiali e istituzionali. E’ un voler dare spazio a gruppi, associazioni, anche organi di stampa come pure semplici cittadini che non sono ritenute fonti finanziariamente attrattive o ancor peggio che sono fonti che è meglio relegare nel silenzio”. “ArcoirisTV - prosegue Gaetti - è anche un bell’esempio pionieristico di televisione in streaming on demand sulla rete; bonariamente ci vantiamo di essere stati il primo tentativo e certo nel 2003 avevamo la tecnologia più avanzata per trasmissioni in streaming e archiviazione di contributi video”. “Siamo di parte... senza indugi: dalla parte del cittadino e dell’informazione di servizio”: è una esortazione e provocazione forte che ci viene dal gruppo con sede a Modena e redazioni diffuse su tutto il territorio italiano. ”Rifiutiamo la logica commerciale e siamo privi di qualsiasi forma di pubblicità: in questo modo siamo liberi di poter affrontare qualunque tema ed argomento. Ci reggiamo con le donazioni dei sostenitori e quelle della Fondazione Logos, a cui Arcoiris fa capo. Ovviamente i nostri servizi e la possibilità di trasmissione sono del tutto gratuiti per i fruitori.”
Dunque per associazioni, gruppi, singoli cittadini, interessati a veicolare e diffondere eventi ed esperienze che li coinvolgono da oggi hanno un canale in più dalla propria parte; infatti, conclude Gaetti, “noi sfruttiamo le potenzialità della rete per poter fornire prodotti destinati anche a piccolissime fette di utenti, abbracciando un servizio destinato principalmente alle "minoranze", in ogni forma e accezione. Le televisioni come Rai, Mediaset, CNN, si occupano esclusivamente del presente, invece in internet ci occupiamo soprattutto della memoria, del passato: di solito in televisione un programma, dopo essere stato trasmesso, viene archiviato e non viene utilizzato mai più, o comunque molto raramente. Invece tutto quello che facciamo, noi lo rendiamo disponibile per sempre.

Concludendo...


“L’informazione condivisa” giunge al termine: il percorso formativo e di confronto in tema di web, giornalismo e partecipazione, promosso da Ambito sociale XX e Comune di Porto Sant’Elpidio con il suo Assessorato alle politiche giovanili, si chiude con un dibattito aperto oggi venerdì 29 aprile, a Porto Sant’Elpidio presso Villa Murri, Sala del Pianoforte, a partire dalle ore 21.30. Esperienze a confronto è il sottotitolo dell’evento e chiamati a dialogare sono: Vincenzo Varagona, giornalista Rai, quindi professionista dell’informazione ma anche esperto dei nuovi bisogni educativi per le famiglie legati allo sviluppo di Internet; Daniele Gaetti, di Arcoiris, una tv web che cerca di dar voce alle realtà e ai fatti che spesso non trovano spazio nei canali tradizionali e di aumentare il protagonismo dei cittadini; Stella Spinelli, della redazione di Peacereporter-Emergency, che presenterà la nuova sfida informativa promossa dall’associazione di Gino Strada, vale a dire il magazine “E”, e testimonierà anche di un modo particolare di fare informazione, al servizio di una idea: l’abolizione della guerra e in contesti particolarmente duri e tragici, come confermano anche le recenti vicende mediorientali che hanno visto vittima il giovane Vittorio Arrigoni.

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mercoledì 20 aprile 2011

Come si realizza e si gestisce un forum. E' su questo argomento che ci siamo intrattenuti qualche giorno fa all'interno del nostro corso di giornalismo partecipativo ed in questa occasione proviamo a lasciare qualche indicazioni ai nostri affezionati lettori.
Anzitutto cerchiamo di capirci su cosa sia un forum e quale la sua utilità. Wikipedia ci dice che "la parola forum (plurale in latino fora) è utilizzata in italiano per indicare l'insieme delle sezioni di discussione in una piattaforma informatica, una singola sezione, oppure il software utilizzato per fornire questa struttura (detto anche "board").
Una comunità virtuale si sviluppa spesso intorno ai forum, nel quale scrivono utenti abituali con interessi comuni. I forum vengono utilizzati anche come strumento di assistenza online e all'interno di aziende per mettere in comunicazione i dipendenti e permettere loro di reperire informazioni".Abbiamo quindi anche una descrizione del possibile uso. Infatti il forum è un classico strumento "orizzontale". Al suo interno esistono alcuni "canali" utili a tematizzare e indicizzare le informazioni, ma poi i contributi sono parimenti provenienti da tutti gli iscritti. Non esiste, come nel caso del blog, un autore su cui gli altri commentano.
Questo quello che riguarda il forum in termini generali, poi però sono possibili tantissime variazioni sul tema che differenziano un forum dall'altro. A parte le varie questioni di carattere grafico, si tratta di questioni che hanno a che fare con autorizzazioni e politiche degli accessi alle informazioni. E' dunque possibile realizzare un forum completamente pubblico, come anche uno molto ristretto; è possibile regolamentare gli accessi (c'è un amministratore che passa al vaglio le richieste) o non farlo; è possibile moderare i post (esiste un moderatore che elimina i messaggi che non gli sembrano adeguati) o evitarlo.
Il forum è anch'esso uno strumento alla nostra portata. Basta un po' di attenzione e si riescono a creare ottimi forum senza alcuna competenza di programmazione. Proviamo a vedere qualcosa.
Forumattivo consente di creare forum completamente gratuiti e anche intuitivi da creare. Molte le possibilità di personalizzazione e un forum di assistenza consente di avere costanti istruzioni per muoversi nel modo più adeguato.
Forumfree (che si pubblicizza come la più grande comunità di forum nel web) è un'altro ambiente nel quale è possibile costruire gratuitamente dei forum e che è molto maneggevole ed intuitivo, oltre che avere effettivamente un gran numero di utenti. Quest'ultimo è un indicatore importante: molti utenti significa maggiori possibilità che siano emerse casistiche particolari e che abbiano trovato risposta, quindi più personalizzazioni.
Altro ambiente è quello di Forumgratis, nel quale è possibile costruire propri ambienti per scambiare informazioni con la nostra comunità di riferimento.
Un ultimo accenno va riservato a Google groups: concettualmente non è un forum in senso stretto, in quanto non prevede una "canalizzazione" tematica delle informazioni, ma si tratta comunque di uno strumento assolutamente immediato, che consente di accomunare gruppi di utenti in una comunità e facilitare lo scambio al suo interno. Anche in questo caso sono possibili personalizzazioni sia nelle politiche di accesso che nella formattazione del sito.

giovedì 14 aprile 2011

PASSIONE CONDIVISA. Diario di Residenze creative

Prosegue il percorso “L’informazione condivisa. Tra web e partecipazione”, nell’ambito del progetto “Residenze creative”, con il secondo (e quinto della serie) incontro con i giornalisti delle redazioni locali, e ci piace segnalare l’emergere crescente di elementi di PASSIONE e quindi di emozioni che toccano. Magari cose semplici, non trascendentali, però si ha sempre una bella sensazione quando si rimane sin quasi all’una di notte di un lunedì qualsiasi a rincorrere dubbi e inadeguatezze sui vissuti quotidiani, che se son veri vanno sempre ad intaccare gli affetti (leggasi la famiglia, i figli, i più giovani) e i credi personali più profondi (gli stili di vita, quelli educativi, quelli relazionali, quelli dei propri valori e conoscenze). Si parte e dibatte circa l’autenticità o meno del sistema ufficiale di informazione e si finisce per chiedersi: perché io genitore/padre devo sapere come funziona internet o, ancor più paradossale, che cosa davvero sta succedendo se una volta il problema era rientrare a casa per tempo, o erano guai, mentre oggi è quello di staccarsi da facebook e uscire, e forse son guai lo stesso? Ma andiamo con ordine, perché nel mezzo ci son altri protagonisti, davvero generosi nel confrontarsi e dunque ripartiamo dalla cronaca e soprattutto dalla passione…
Lunedì 11 aprile ci si è trovati nella bella sala polifunzionale di Villa Maroni in zona Corva, sede dell’omonima associazione di quartiere. Con grande disponibilità, come già avevano fatto il 28 marzo Stefano Cesetti (Resto del Carlino) e Pierpaolo Pierleoni (Corriere Adriatico), sono intervenuti in questa occasione Marisa Colibazzi (Resto del carlino) e Irene Cassetta (Messaggero e Agenzia Ansa), moderatore sempre Giampaolo Paticchio, dirigente di comunità educativa per minori ed esperto e appassionato di giornalismo partecipativo. Partecipazione quantitativa sempre piuttosto contenuta e soprattutto in questo caso, a differenza della volta scorsa, senza presenza giovanile.
Dicevamo della passione, che connotiamo certo come elemento positivo. Ad esempio l’energia e il timbro dei giornalisti intervenuti, in continuità con il precedente incontro, nel rivendicare il proprio amore per la pratica del cronista locale, che nasce da un connubio di elementi: il ‘poter e dover’ ancora vedere e toccare i fatti nonché il parlare e interagire de visu con le persone; il senso di dignità che ciascuno vive a livello personale, che nasce dal sentirsi a servizio del territorio e con un sostanziale grado di autonomia; il metterci letteralmente la faccia e il nome nel proprio servizio. Ovviamente non si è ingenui ne ignari del sistema in cui si agisce e di regole che spesso cozzano con il senso di autenticità e di rispetto nei confronti dei lettori. Proprio per questo i partecipanti, in questa come nella precedente occasione, sono intervenuti in maniera anche molto critica sullo stato dell’informazione e sugli interessi che vi gravitano e il dibattito, al di là delle posizioni, è risultato schietto e franco; la stessa introduzione di Paticchio ha focalizzato alcuni nodi della ‘fabbrica del consenso” e l’emergere di nuove istanze di ‘democrazia informativa’ però fuori dai circuiti ufficiali (principalmente legate al web) e su questo c’è stato dissenso delle due giornaliste, a volte anche netto e a volte anche con valutazioni differenti tra loro. Ciò però non ha determinato sterili o peggio ideologiche contrapposizioni; al contrario la ricchezza nasce proprio da lì, dall’autenticità del confronto e dalle domande generative di senso e di ricerca sociale: Si può davvero stare oggi dalla parte della notizia e dalla parte del lettore ? Abbiamo consapevolezza di cosa è oggi informazione e di come ci si può informare? C’è veramente la libertà di scelta del lettore/cittadino? Ma il bello è stato, come accennato, anche il bisogno di allargare l’orizzonte: perché non ci sono qui i giovani? Abbiamo bisogno di confrontarci con loro! Si comunica solo ‘smanettando’ su Internet? E noi genitori come dobbiamo approcciarci? La Rete: angelo o diavolo? Il bello è che forse non ci sono risposte certe, ma, come diceva il poeta, “..caminante, no hay camino se hace camino al andar.. (Viandante non c'e un sentiero si fa il sentiero camminando)”. E la passione può essere davvero il motore di questo camminare.

giovedì 7 aprile 2011

CapaRezza - Il Sogno Eretico

A due giorni dal concerto di CapaRezza a Senigallia, bisognerebbe presentare un po’ questo personaggio. Ebbene sì, perché il rapper di Molfetta è in tour per presentare il suo nuovo album, “Il Sogno Eretico”, a due anni da “Le Dimensione del mio Caos”.
CapaRezza, deviando da un percorso di musica italiana iniziato ai suoi esordi, creò un genere unico e originale, che prende influenze musicali dal rock e dal rap, mentre attraverso i suoi testi critica il qualunquismo e l’iniquità. È considerato un nuovo genio della musica, usufruendo di una struttura di testo molto semplice, che alterna le strofe hip-hop ai ritornelli rock. Tutte le canzoni sono italiano, ed il suo ideale è di fare buona musica e, allo stesso tempo, strumuentalizzare i suoi testi per esprimere le sue idee nell’ambito della società moderna, sempre più corrota e ipocrita.

Con il suo nuovo album ci vuole presentare varie tematiche, fra cui alcune riguardanti la storia della chiesa cattolica (da cui proviene il titolo dell’album). Non c’è una vera e propria rivoluzione stilistica, sebbene l’influenza rock si faccia sempre più presente nei brani, deviando i pezzi dal rap tradizionale.
         Le tracce del disco sono:
  • Nessun Dorma / Tutti Dormano: I primi due brani sono contrastanti. Il primo, tratto dalla romanza Nessun dorma, di Puccini, esorta i presenti a non dormire e stare attenti allo spettacolo, mentre il secondo inizia con una sonora ronfata, anticipando il brano Chi se ne frega della musica.  È un entry con cui CapaRezza presenta in generale il disco come se fosse un conduttore comico.
  • Chi Se Ne Frega Della Musica: Il brano critica il forte conformismo dell'età contemporanea, gli ultimi fenomeni televisivi e soprattutto l'ipocrisia del mondo musicale, che trapela dai produttori, dai fans e dagli stessi artisti, che si fanno trasportare dal consumismo provocato dal mondo della musica, diventato una piattaforma commerciale fatta per vendere qualsiasi prodotto.
  • Il Dito Medio Di Galileo: Con una forte influenza rock e rumori computerizzati CapaRezza ci presenta questa canzone che, prendendo ad esempio la vicenda di Galileo Galilei, si configura come una critica molto aspra agli insegnamenti della chiesa cattolica (nonché ai suoi fedeli), la quale, secondo l'autore, è ancora legata ad una mentalità medievale. 
  • Sono Il Tuo Sogno Eretico: Con questo brano l’autore difende alcuni personaggi storici perseguitati dalla chiesa cattolica, affermando che invero sono stati giustiziati perché erano scomodi agli ecclesiastici. Vengono presentate le personalità, prima di Giovanna d’Arco, poi di Girolamo Savonarola, infine di Giordano Bruno. Molto suggestivo. 
  • Cose Che Non Capisco: Il brano critica il gossip e la strumentalizzazione dell'informazione. È strutturato come un quiz televisivo (prendendo il format del milionario). Sfrutta la divisione delle tematiche, classica dell’Eredità, per parlare di vari temi e esprimere il proprio ideale di contrarietà al qualunquismo proprio di molta gente in Italia. 
  • Goodbye Malincònia: Cantato in collaborazione con la voce di Tony Hadley, con una metafora abbastanza facile da intendere accosta Malincònia al nostro Paese. Così descrivendo la decadenza di Malincònia, ci mostra in quale stato è ridotta l’Italia: ecco perché, come ci dice lo stesso Capa, tanti cervelli se ne vanno da questo Stato malconcio.
  •  La Marchetta di Popolino: Mostrando la figura immaginaria di Popolino, sfruttando il mondo Disney e i suoi personaggi, CapaRezza descrive gli atteggiamenti di questo personaggio che sembra un tipo tanto bravo da fuori, mentre in realtà si rivela un mascalzone ipocrita che, corrompendo e facendo misfatti, riesce comunque a mantenere un’immagine di sé pulita: come tanti personaggi che si vedono in TV.
  • La Fine Di Gaia: Ironizzando sulla questione della fine del mondo nel 2012 secondo i calendari Maya, viene derisa l’ingenuità della gente che crede a una tale sciocchezza, così come ritiene la questione l’autore e la commercializzazione di questo presunto evento
  • House Credibility: Mostrando le problematiche del mondo che ci circonda, presenta come la gente preferisca restarsene a casa, ossia essere xenofobo e indifferente a ciò che accade fuori dai propri confini. CapaRezza ci mostra come anche in casa nostra possono verificarsi gravi incidenti. 
  • Kevin Spacey: Con questo brano il rapper di Molfetta si diverte un po’, mostrandoci i finali dei più famosi film della storia del cinema e dei più recenti, per farci imprecare un po’ contro di lui e contro questa sua genialata. 
  • Legalize The Premier: Dallo stile molto diverso rispetto ai suoi altri brani, questo è un reggae composto con la collaborazione di Alborosie, con il quale critica la politica e la vita di Silvio Berlusconi, inveendo contro di lui e parlando dei processi giudiziari attuali. 
  • Messa In Moto: Con un’accattivante sonorità hard rock iniziale, Dio si stufa di sentirsi nominare in qualsiasi preghiera, espressione colloquiale e gergo musicale: ovunque e comunque il suo nome viene invocato, ed egli non ne può più di stentirlo pronunciare da tutti. 
  • Non Siete Stato Voi: Un ritmo incalzante e accusatorio accusa la classe dirigente italiana che non si prende la colpa delle proprie azioni portanti alla rovina del Paese, negando sempre e comunque di aver distrutto il popolo. Con molto grinta CapaRezza forgia un’accusa molto aspra ed esplicità.
  • La Ghigliottina: Il brano ribadisce la situazione socio-politica italiana: né la maggioranza né l'opposizione sono in grado di svolgere il proprio ruolo e le proteste del popolo non vengono ascoltate. Vengono fatti molti riferimenti alla rivoluzione francese, come la ghigliottina, Danton e la «liberté».  
  • Ti Sorrido Mentre Affogo: Stanco di essere criticato per i suoi testi CapaRezza dichiara di non voler essere capito o andare d’accordo, ma soltanto essere e andare proprio così come già sta facendo.

mercoledì 6 aprile 2011

Come ti organizzo un blog


Dice wikipedia che il blog è "un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore (blogger) pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diarioonline, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video".
Esso poi offre una serie di possibili gradi di interattività che consentono di aprire un dialogo con il lettore, il quale di solito ha la possibilità di esprimere commenti e valutazioni. Possiamo dire che tipicamente il blog è uno degli elementi che più di tutti caratterizza la dimensione 2.0 del web. Infatti, con 2.0 si definisce quella dimensione nella quale l'utente senza competenze di programmazione si è trasformato da semplice lettore di contenuti a produttore a tutti gli effetti. Per scrivere un blog non è necessaria alcuna competenza di programmazione: solo idee e contenuti da proporre e un po' di disponibilità a mettersi in gioco dentro un ambiente appositamente pensato per la redazione di blog. ...Molte le possibilità che si aprono di fronte a chi volesse iniziare a pubblicare un proprio blog. Proviamo a presentarne alcune. Anzitutto occorre scegliere l'ambiente nel quale andare a pubblicare il proprio blog; intendiamo il sito che offre la necessaria strumentazione per costruire il blog e al tempo stesso lo spazio su internet-server per ospitare i contenuti che si intende pubblicare. Ce ne sono moltissimi, e tra quelli più utilizzati possiamo citare: Blogger(che è quello sviluppato da Google); Wordpress; Splinder. La prima cosa da fare all'interno di ciascuno di questi è quella di registrarsi come utente e di scegliere il nome del proprio blog; la registrazione servirà per accedere al blog con lo scopo di "amministrarlo", mentre il nome sarà quello che compare nella riga di indirizzo nel web ed anche nella testata della pagina.
Una volta avviato il vostro blog potrete anzitutto amministrarlo, scegliendo una serie di caratteristiche, come ad esempio: colori e impostazione del tema grafico; caratteri di scrittura; impostazione della pagina; diritti di accesso al blog (se pubblico e quindi aperto a tutti, oppure solo ad utenti registrati); possibilità di mettere commenti; eventuali valutazioni da parte degli utenti; collegamento con i social network. Molte altre opzioni ancora. Esiste così un buon livello di personalizzazione con il quale possiamo rendere il nostro blog quanto più vicino possibile all'impostazione che desideriamo.



Poi giunge il momento di cominciare a pubblicare i nostri contenuti. Il motivo per il quale lo abbiamo creato. Solitamente abbiamo a disposizione un editor, che in maniera abbastanza semplificata ci permette di digitare il testo e di predisporre alcune formattazioni semplici. Uno strumento specifico ci consente di evidenziare parti di testo e linkarle ad altre risorse sul web. Importante poi capire che possiamo postare (il verbo che si utilizza nel web per indicare l'azione di pubblicare qualcosa o di inviare un contenuto) anche immagini, presentazioni, altri documenti, file audio e video. Ampissime dunque le possibilità a nostra disposizione per condividere contenuti con le persone che seppur distanti ci sono a cuore, oppure per condividere i nostri scritti con altri soggetti.

Per divenire dei bravi blogger si consiglia anzitutto di leggere con attenzione le guide che ciascuno dei siti che ospitano blog, mette a disposizione dei singoli blogger, senza dare troppo per scontate delle informazioni. Poi potete cercare istruzioni in rete che vi aiutino a creare il vostro blog perfetto. Ad esempio: come costruire un blog (presentazione in inglese); i blog e wordpress; breve introduzione ai blog... Oppure video su come creare un blog con wordpress, oppure come farlo con blogger. Basta solo mettersi a cercare.

Qui la presentazione dei risultati di una ricerca sull'uso di blog e social network in Italia.tà che consentono di aprire un dialogo con il lettore, il quale di solito ha la possibilità di esprimere commenti e valutazioni. Possiamo dire che tipicamente il blog è uno degli elementi che più di tutti caratterizza la dimensione 2.0 del web. Infatti, con 2.0 si definisce quella dimensione nella quale l'utente senza competenze di programmazione si è trasformato da semplice lettore di contenuti a produttore a tutti gli effetti. Per scrivere un blog non è necessaria alcuna competenza di programmazione: solo idee e contenuti da proporre e un po' di disponibilità a mettersi in gioco dentro un ambiente appositamente pensato per la redazione di blog.

Molte le possibilità che si aprono di fronte a chi volesse iniziare a pubblicare un proprio blog. Proviamo a presentarne alcune. Anzitutto occorre scegliere l'ambiente nel quale andare a pubblicare il proprio blog; intendiamo il sito che offre la necessaria strumentazione per costruire il blog e al tempo stesso lo spazio su internet-server per ospitare i contenuti che si intende pubblicare. Ce ne sono moltissimi, e tra quelli più utilizzati possiamo citare: Blogger (che è quello sviluppato da Google); Wordpress; Splinder. La prima cosa da fare all'interno di ciascuno di questi è quella di registrarsi come utente e di scegliere il nome del proprio blog; la registrazione servirà per accedere al blog con lo scopo di "amministrarlo", mentre il nome sarà quello che compare nella riga di indirizzo nel web ed anche nella testata della pagina.
Una volta avviato il vostro blog potrete anzitutto amministrarlo, scegliendo una serie di caratteristiche, come ad esempio: colori e impostazione del tema grafico; caratteri di scrittura; impostazione della pagina; diritti di accesso al blog (se pubblico e quindi aperto a tutti, oppure solo ad utenti registrati); possibilità di mettere commenti; eventuali valutazioni da parte degli utenti; collegamento con i social network. Molte altre opzioni ancora. Esiste così un buon livello di personalizzazione con il quale possiamo rendere il nostro blog quanto più vicino possibile all'impostazione che desideriamo.
Poi giunge il momento di cominciare a pubblicare i nostri contenuti. Il motivo per il quale lo abbiamo creato. Solitamente abbiamo a disposizione un editor, che in maniera abbastanza semplificata ci permette di digitare il testo e di predisporre alcune formattazioni semplici. Uno strumento specifico ci consente di evidenziare parti di testo e linkarle ad altre risorse sul web. Importante poi capire che possiamo postare (il verbo che si utilizza nel web per indicare l'azione di pubblicare qualcosa o di inviare un contenuto) anche immagini, presentazioni, altri documenti, file audio e video. Ampissime dunque le possibilità a nostra disposizione per condividere contenuti con le persone che seppur distanti ci sono a cuore, oppure per condividere i nostri scritti con altri soggetti.

Per divenire dei bravi blogger si consiglia anzitutto di leggere con attenzione le guide che ciascuno dei siti che ospitano blog, mette a disposizione dei singoli blogger, senza dare troppo per scontate delle informazioni. Poi potete cercare istruzioni in rete che vi aiutino a creare il vostro blog perfetto. Ad esempio: come costruire un blog (presentazione in inglese); i blog e wordpress; breve introduzione ai blog... Oppure video su come creare un blog con wordpress, oppure come farlo con blogger. Basta solo mettersi a cercare.

Qui la presentazione dei risultati di una ricerca sull'uso di blog e social network in Italia.

lunedì 4 aprile 2011

Social networks


Il 31 marzo abbiamo tenuto una nuova lezione del corso "L'Informazione Condivisa". Questa puntata ha dato la possibilità ai partecipanti di conoscere il mondo dei social network in maniera più approfondita di quanto avessero finora sospettato.
Siamo entrati a fondo nel mondo del web 2.0; una definizione vaga che serve per definire un modo differente di costruire e raccogliere i contenuti, ma che potremmo anche considerare una vera e propria nuova filosofia del web. Infatti nella prima versione del web, il mondo dei fruitori del world wide web si suddivideva con molta chiarezza in due categorie: coloro che producevano e pubblicavano i contenuti e coloro che li andavano a consultare.
...Il web 2.0 fa saltare questo confine e offre a tutti la possibilità di essere allo stesso tempo fruitori e produttori di contenuti. Pensiamo ad esempio a youtube, dove ciascuno può andare a vedere video caricati da altri utenti, o a sua volta caricare propri video; e ciascun social network funziona tanto meglio nella misura in cui gli utenti siano disposti anche a produrre e mettere in linea (uplodare).
Si tratta di un ribaltamento concettuale molto importante, che è stato un po' al centro della lezione. Gli allievi hanno così avuto modo di osservare recensioni di siti di interesse e poi di organizzare navigazioni e un personale accreditamento a questi siti. Ma proviamo a citarne alcuni, che offrono risorse davvero interessanti:
  • Twitter. Si tratta di un sn nel quale si lanciano nell'etere dei piccoli post di 140 caratteri (tweet, cinguettii). E' possibile fare ricercche delle informazioni, tramite parole chiave ed anche seguire determinati personaggi alla cui produzione si è particolarmente interessati o affezionati.
  • Delicious. Si tratta di un sn nel quale è possibile condividere i preferiti. Sì, esatto, si tratta di quei siti che memorizziamo nel nostro browser (il programma che utilizziamo per navigare nel web), perché ci sembrano interessanti e vogliamo tornarci rapidamente. La logica è che condividere ciò che appare interessante, consente di avere una sorta di guida ragionata dal basso, di tutto il web.
  • WolframAlpha. Un sito divertente e istruttivo che consiste in un motore di calcolo computazionale su tutti quegli argomenti che è possibile trovare dentro internet. Volete un confronto del PIL di Italia, Irlanda e Germania negli ultimi 8 anni? Desiderate conoscere le precipitazioni nevose sul fermano negli ultimi 10 anni? Tutte cose che con questo strumento è possibile realizzare.
  • Google Insight. Permette di fare statistiche sulle ricerche che vengono realizzate nella rete. Più esattamente permette di fare statistiche sulle ricerche fatte tramite il motore di ricerca Google, ma sapendo quanto la sua posizione sia dominante, segue che si tratti di un tratto molto signfiicativo. E' quindi interessante per vedere quante persone facciano ricerche che riguardano un particolare sito (il vostro sito?) o un particolare argoment, da dove provengono queste persone e a quali altre ricerche lo hanno associato.
  • Slide Share. Qui si condividono slides, lucidi, diapositive, presentazioni. Dovete predisporre una piccola ricerca scolastica con relativa presentazione? Qui potete trovare ispirazione, sia rispetto al modello da utilizzare, sia rispetto al modo di organizzare i contenuti e spesso anche direttamente rispetto al contenuto.
  • Linkedin. Uno dei tanti sn che servono per aiutare i percorsi di carriera, probabilmente il più famoso. Si mette in rete il proprio profilo professionale e di competenze. Le proprie attese. Ci si collega con altri soggetti interessanti; se si ha fortuna si viene contattati da un'azienda per candidarsi ad un posto di lavoro. Molte altre le utilità che si possono trovare all'interno di questo strumento. Tra i sn per la costruzione di carriera possiamo segnalare Xing.
  • Anobii. Anche questo un esempio. Un sn che si occupa di libri. Qui si socializzano le proprie letture e si scambiano opinioni sui libri letti e che si intende leggere. Molti anche in questo ambito i sn presenti: sul versante libri sn è forse il più diffuso.
  • Innocentive. Magari distante dalla nostra esperienza, però molto interessante per comprendere quanto siano grandi le potenzialità dei sn. Innocentive è finalizzato alla collaborazione per la soluzione di problemi; in particolare problemi di carattere scientifico. In sostanza si posta in rete un quesito e si prevede un termine entro il quale esso deve essere affrontato e risolto, dopodiché gli utenti si danno da fare per offrire soluzioni efficaci al quesito stesso.
  • Scribd. Qui c'è invece la possibilità di condividere materiali scritti di vario genere. Propri brani letterari, testi, appunti, ma anche presentazioni e insomma documenti di vario tipo.
  • Addictomatic. Un motore di ricerca che consente di aggregare informazioni rispetto ad una specifica parola chiave o argomento di nostro interesse. La particolarità è che le sue ricerche aggregazione le informazioni rispetto al contesto nel quale vengono trovate (foto su flickr, video su youtube, notizie sul New York Times, etc.).
Come si vede molte le possibilità. Spesso i siti più interessanti ci chiedono di conoscere un poco di inglese, ma il livello scolastico è sufficiente e poi se quello che volete frequentare è un social network e condividere è la vostra finalità, conoscere qualche lingua e l'inglese in particolare, appare indispensabile. Se volete rendervi conto di quante possibilità ci possano essere in rete, date un'occhiata a questo elenco nel quale sono riportati i 1.000 migliori siti web 2.0 della rete. Talmente tanti che l'elenco risulta inutile e dispersivo, ma lascia intendere quale sia l'enorme potenzialità a nostra disposizione.
In attesa della prossima puntata.